9 ottobre 1963 – Disastro del Vajont: 1910 persone perdono la vita, 2 paesi a monte vengono colpiti, 1 paese a valle viene spazzato via dall’onda. Una delle tragedie più grandi della storia d’Italia. Una catastrofe che poteva essere evitata.

Noi abbiamo visitato ben 3 volte questo luogo dedicato alla memoria di quel che fu e di quel che venne nascosto alle popolazioni.
Il tour sul luogo della tragedia viene guidato dai cosiddetti informatori della memoria, uomini che hanno vissuto sulla propria pelle la tragedia dell’ottobre 1963, e sentire dalle loro parole il racconto di quel che fu fa rabbrividire.

LA STORIA DEL VAJONT

PRIMA DELLA TRAGEDIA

Lunga è la storia su questa famigerata diga, cominciata 30 anni prima per volere dell’allora azienda idroelettrica SADE.
I suoi ingegneri decisero che questa valle poteva ospitare un bacino idroelettrico di grandiosa portata, alimentato dal fiume Vajont. Più di 260 metri di altezza per una diga in calcestruzzo che reggesse più di 150 milioni di metri cubi d’acqua.

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I lavori iniziarono nel 1957 e terminarono nel 1961. Prima e durante gli stessi vennero verificati numerosi dati sull’idoneità del territorio a contenere tutta quella portata d’acqua. Dati che, venne poi verificato, stabilivano che in effetti i rischi erano alti e che quell’invaso non era stabile. Dati che però vennero celati con dolo dall’ente gestore dei lavori, dai suoi dirigenti e dalle maestranze degli enti pubblici interessati.

VAJONT: UNA VALLE TRA VENETO E FRIULI

La vallata del Vajont si trova esattamente a confine tra il Veneto e Friuli.
Guardando verso la diga a monte, nella parte Friulana, si trova il monte Toc sulla destra ed i comuni di Erto e Casso sulla sinistra. Nella parte a valle invece si è già in territorio Veneto e precisamente nel paese di Longarone.

Siamo a 1 ora d’auto da Cortina, da Pordenone e da Udine, proprio alla partenza del gruppo delle Dolomiti friulane.

Un territorio ricco di splendidi panorami montani, come il vicinissimo lago di Barcis, notissima meta per i fotografi di tutto il mondo per lo splendido colore delle sue acque. Un paradiso che ha conosciuto uno dei destini più crudeli della storia d’Italia.

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LA SERA DEL VAJONT

Il disastro iniziò già dalla mattina quando i tecnici di guardia alla diga affermarono di essere certi dai dati in loro possesso che il monte Toc stesse inesorabilmente franando verso l’invaso d’acqua. Da Roma le istruzioni furono di stare all’erta, di “dormire con un occhio solo” aspettando il nuovo giorno e sperando che “Iddio ce la mandi buona”.

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Alle 22.39 della sera, 260 milioni di metri cubi di roccia, terra e alberi si staccano ad una velocità di oltre 100 km all’ora e franano direttamente del profondo lago creato dalla diga.3 sono le onde che vengono generate dallo schianto: una raggiunge Casso, spazza via le sue frazioni più basse e provoca vittime per la caduta di roccia alzata dalle acque. La seconda si infrange su uno spezzone di roccia, che salva il centro di Erto dall’ondata, ma nulla può per le sue frazioni limitrofe.

La terza, la più importante, supera il muro della diga: porta con se 50 milioni di metri cubi d’acqua, si alza oltre 70 metri e viaggia ad una velocità di 80 km all’ora.
La diga resistette e confermò la sua costruzione perfetta.
Lo stesso non successe al paese sottostante, completamente distrutto dall’onda anomala caduta dal cielo.
Un volo di 4 minuti prima di raggiungere la povera Longarone che viene spazzata via quasi completamente. Una potenza pari a due bombe atomiche di Hiroshima.

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Lago di Barcis in Valcellina: una tappa tra le Dolomiti friulane

LE STORIE DEL VAJONT

Numerosi sono i contributi usciti nel tempo su questa tragedia. Numerosi i libri che troverete in vendita appena prima dell’ingresso alla diga.
Il racconto più coinvolgente, denso di particolari ma soprattutto davvero toccante e ben recitato è quello di Marco Paolini, edito nel 1997 e recitato proprio alle spalle del monte Toc.

COME VISITARE IL VAJONT

Se siete interessati a passare una giornata all’insegna della memoria del dramma del Vajont potete scegliere tra queste alternative:

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  1. VISITA LUNGA (2 ORE)
    Non è necessaria prenotazione, disponibile in loco (presso Biglietteria Diga Vajont – Erto/Casso PN).
    costo 10 €
  2. VISITA BREVE (40 MIN)
    Non è necessaria prenotazione, disponibile in loco (presso Biglietteria Diga Vajont – Erto/Casso PN).
    costo 5 €
  3. PERCORSO DELLA MEMORIA: LA PEDONATA NON COMPETITIVA DEL VAJONT
    Sono 3 i percorsi proposti per questa manifestazione, uno semplice di 10 km e due più impegnativi di 17 e 25 che raggiungono anche Erto e Casso. La giornata si svolge ogni anno l’ultima domenica di settembre (quest’anno il 30) e le iscrizioni sono aperte da luglio 2018 sul sito ufficiale: https://www.percorsidellamemoria.it/
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Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

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