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Continuiamo a raccontarvi la nostra città parlandovi di dieci misteri su Bologna che nessuno conosce, ma che la rendono enigmatica e mitica.

Bologna è una città di stampo prettamente medievale, nota per le sue alte torri e per i portici, che da secoli coprono le teste dei suoi abitanti. Di molti suoi luoghi storici abbiamo già parlato, così come di insoliti avvenimenti che l’hanno vista protagonista.

Ma ci sono alcuni misteri su Bologna che non compaiono tra gli avvenimenti più importanti della città: si tratta di notizie minori che però la collocano tra i luoghi più enigmatici ed esoterici di tutta Italia.

10 LUOGHI DI BOLOGNA CARICHI DI MISTERO

ROSSO BOLOGNA: IL COLORE SIMBOLO DELLA CITTÀ

Se avete mai passeggiato per la città forse l’avrete notato. Il colore rosso mattone, un vermiglio caldo e quasi tendente al terra di Siena, ricopre gli intonaci, le tegole e le finestre della città.
Il rosso Bologna è ovunque. Pensate che il Comune l’ha codificato con il RAL 3001 e ne ordina l’utilizzo nelle aree soggette a tutela. Tendaggi, facciate di palazzi, tessuti d’arredo urbano… tutto deve essere Rosso Bologna.

Bologna la rossa, come da sempre è nominata.
Rossa come il suo ragù che condisce le tagliatelle e farcisce le lasagne.
Rossa come il suo vino che nasce già nelle prime colline, dalle Uve di Merlot, Sangiovese e Barbera.
Rossa come la sua anima politica, da sempre di sinistra e da sempre rivoluzionaria.
Rossa come le sue aziende più importanti, che di quel colore hanno fatto l’emblema della loro storia: la Ferrari e la Ducati sono proprio di qui.

IL VILLAGGIO VILLANOVIANO DI CASTENASO: IL PASSATO PIÙ’ OSCURO DI BOLOGNA

L’origine di Bologna, da molti segnalata in epoca etrusca, trarrebbe già i suoi primi Natali in epoca ben precedente: quella dell’età del ferro. Proprio a cavallo tra il IX e VIII secolo prima di Cristo qui doveva esistere un insediamento dell’allora civiltà villanoviana, concentrato nella zona di Castenaso e in quello che oggi è il centro della città. In queste zone vennero infatti ritrovate alcune necropoli e alcuni oggetti in bronzo che oggi sono conservati al Museo Civico Archeologico.

Proprio sotto la sovrintendenza del Museo Civico è stata ricreata all’interno dei Giardini Margherita una capanna villanoviana.
Ecco un altro mistero su Bologna. Costruita secondo le tecniche antiche, con mattoni d’argilla e paglia, è un luogo molto interessante, anche per i più piccoli, per scoprire qualcosa sul nostro passato più antico.

BOLOGNA MASSONICA: E’ STATA SCOPERTA QUI LA PIETRA FILOSOFALE?

Uno tra i misteri su Bologna rimasti ancora irrisolti è rappresentato da una lapide, custodita oggi nel Museo Medievale, appartenente ad una certa Elia Lelia Crispis.
E’ l’epitaffio contenuto a destare la maggior curiosità: un insieme di parole e nomi immaginari che, senza un vero senso, rimandano a simboli massonici. Secondo alcuni studiosi potrebbe celare il segreto della Pietra Filosofale.

«D.M.
Aelia Laelia Crispis
né uomo, né donna, né androgino
né bambina, né giovane, né vecchia
né casta, né meretrice, né pudica
ma tutto questo insieme.
Uccisa né dalla fame, né dal ferro, né dal veleno,
ma da tutte queste cose insieme.
Né in cielo, né nell’acqua, né in terra,
ma ovunque giace,
Lucio Agatho Priscius
né marito, né amante, né parente,
né triste, né lieto, né piangente,
questa né mole, né piramide, né sepoltura,
ma tutto questo insieme
sa e non sa a chi è dedicato.»

Molti, nei secoli, hanno cercato di risolvere questo misterioso rebus: tra i maggiori gli studiosi Aldrovandi e filosofi come Jung. Ma più che interpretazioni, un vero risultato non si è mai raggiunto. Volete provare voi a decifrarlo?

I FANTASMI IN CERTOSA: IL CIMITERO MONUMENTALE PIÙ MISTERIOSO D’ITALIA

Avevamo già parlato della Certosa, l’antico cimitero di Bologna che oggi è visitabile (anche in notturna) e che ospita tantissime ultime dimore di illustri studiosi, letterati e politici. Molte lapidi riportano anche segni massonici e magici, tanto che molti ne hanno sottolineato l’aspetto esoterico.
La più nota è forse Anna Bonazinga, celebre chiaroveggente di metà 800 che era nota in città per la sua capacità di leggere il futuro ma soprattutto per la sua estrema segretezza. Molto amata dai cittadini dell’epoca è l’unica bolognese ad avere ben due monumenti funerari in Certosa.

Fenomeni di strane apparizioni e di presenze soprannaturali sono stati registrati in particolare nella zona del chiostro a nord e del portico a sud.
Nulla di così insolito se si pensa che questo luogo, già in origine etrusca, venne utilizzato come necropoli.

IL CENTRO STUDI DI PARAPSICOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

Considerato dai massimi esperti del settore come centro di studi importante per l’iniziazione al mondo del paranormale, Bologna conserva un Centro Studi Parapsicologici che come potete vedere nel commento del Dr. Severi sotto all’articolo (che ringraziamo per la precisazione) è “un associazione privata che, pur mantenendo lo stesso nome, si è trasformata alcuni anni fa in Centro di Ricerca, sempre senza alcun rapporto con l’Università di Bologna”

Qui vennero intraprese, già dagli anni 50, numerose attività volte a conoscere a fondo ambiti come quello della chiromanzia e della preveggenza, oltre che lo studio sull’ultraterreno. Ancora oggi convegni e congressi sono organizzati per continuare la ricerca in questi settori.

Molto nota ed apprezzata è anche la biblioteca Bozzano-De Boni, che per molti rappresenta un mistero su Bologna, ma che per gli studiosi di parapsicologia è un punto di riferimento importante. Tanto da richiedere ai curatori una catalogazione online di tutte le opere contenute.
Si trova in via Marconi ed è visitabile il mercoledì’ dopo le 16:00.

VIRGINIA GALLUZZI E ALBERTO CARBONESI : I ROMEO E GIULIETTA BOLOGNESI

Ebbene si, non solo Verona ha una storia d’amore tragica (sebbene inventata dalla penna di Shakespeare). Uno dei misteri su Bologna più tristi risale a metà del 1200 e ha come protagonisti Alberto Carbonesi e Virginia Galluzzi.
Le due famiglie, acerrime nemiche, politicamente schierate l’una dalla parte dei ghibellini e l’altra dei guelfi, videro i due rampolli sposarsi segretamente.

Fu il padre di lei, scoperto il fatto, a trucidare Alberto e vari suoi famigliari, portando così la figlia a suicidarsi per il dolore. L’impiccagione di Virginia dalla terrazza dei Carbonesi portò ancor di più i Galluzzi a cercar vendetta. Fu così che la famiglia sterminò gli ultimi Carbonesi rimasti in vita portando a fine la loro casata.

Via de’ Carbonesi ancora esiste a Bologna, e proprio qui si verificò la tragedia.
I Galluzzi invece erano più ricchi e avevano persino una loro torre. E’ ancora visibile in Corte de’ Galluzzi, a fianco della Via d’Azeglio. Al suo interno oggi è stata costruita una libreria.

IL PRIGIONIERO PIÙ’ ILLUSTRE DI BOLOGNA: RE ENZO IN PIAZZA MAGGIORE

Palazzo Re Enzo è uno dei più importanti edifici della città, che si affaccia direttamente su Piazza Maggiore. Importante luogo storico e politico, in passato ospitò anche la casa del boia. Ma chi era Enzo?

Prigioniero di guerra, figlio dell’imperatore Federico II di Svevia, Enzo venne imprigionato dopo la battaglia di Fossalta. Trattato con onore e rispetto, divenne addirittura leggendario per la sua corte regale e i suoi numerosi amori tra le dame bolognesi.
Dal colpo di fulmine con una semplice contadina che passava ogni giorno sotto il palazzo, nacque il figlio che iniziò la casata dei Bentivoglio. Pare che il cognome derivi proprio dal suo solito ripetere all’amata:

“Lucia, amor mio, ben ti voglio”.

Enzo tentò numerose volte di scappare dal palazzo e dalla prigionia bolognese, ma la sua bionda capigliatura lo tradì, facendolo subito riconoscere e riacciuffare.
Morì infine nello stesso palazzo all’età di 52 anni e venne sepolto in San Domenico, dove ancora oggi riposa.

BASILICA DI SAN LUCA: IL PORTICO DEL DIAVOLO E LA FUNIVIA BLASFEMA

San Luca, che svetta sulla città sopra il colle della Guardia, è uno dei simboli più belli di Bologna.
Una chiesa costruita in cima ad una ripida salita, che è possibile percorrere sotto ad un portico, lungo quasi 4 km e con 666 arcate. Non a caso questo numero indica il diavolo: il portico non è altro che la raffigurazione del serpente che cerca di tentare la Madonna ma viene schiacciato sotto i suoi piedi.

Da sempre i pellegrini e gli abitanti di Bologna hanno percorso questo portico in cerca di redenzione e di grazia divina.
Ma nel 1930, su idea di un certo signor Gasparri, vennero raccolti fondi per costruire una funivia che portasse in cima dalla via Don Sturzo, che dal Meloncello arriva a Casalecchio di Reno.
La funivia durò 45 anni, ma fu sempre contestata e ritenuta blasfema perché quella strada la si doveva percorrere con devozione e fatica.
Oggi non rimane che il pilone centrale, mentre la stazione di partenza è diventata un condominio. E a San Luca ci si torna a salire con il sudore della fronte.

LO STUDIO DELLA TERIACA ALL’ARCHIGINNASIO: L’ANTIDOTO UNIVERSALE

L’Archiginnasio si trova proprio a ridosso di San Petronio, sotto al portico del Pavaglione. E’ una delle fermate turistiche preferite in quanto all’interno è ospitato il Teatro Anatomico, uno dei più belli d’Italia.
Stemmi e araldi degli studenti che hanno frequentato l’antichissima Università di Bologna adornano le pareti, ma in pochi sanno cosa si svolgeva nel suo cortile centrale.

Ecco un’altro dei misteri su Bologna: lo studio della teriaca. Lavorazione farmacologia che aveva del magico, essa si svolse in questo luogo fino a metà del XVIII secolo. Si cercava di trovare l’antidoto per eccellenza ad ogni tipo di veleno, che poi sarebbe stato utile a combattere anche molte altre malattie.
La preparazione si svolgeva come uno spettacolo al quale assistevano tutti i membri del copro accademico. Un pentolone ospitava un intruglio che pareva quello delle streghe: erbe, spezie, alcool e oli si mescolavano e venivano travasati in alambicchi, ampolle e fiale.
Sotto il loggiato i membri dell’aristocrazia presenziavano in silenzio, oltre ai soldati che proteggevano il ricco intruglio.
Curava per davvero? Quasi certamente no, ma era uno degli eventi mondani preferiti da tutto il popolo bolognese.

IL CULTO DI ISIDE: L’ADORAZIONE PAGANA DEI BOLOGNESI

La Basilica di Santo Stefano, chiamata delle Sette Chiese, si erge nella omonima Piazza ed è composta appunto da sette chiese che nel tempo sono state unite. Visitarla è sicuramente interessante sotto molti punti di vista ma quasi nessuno sa che questo luogo legato alla cristianità ha in realtà un passato pagano.

Sorge infatti su un tempio dedicato alla dea Iside, particolarmente venerata dai bolognesi sin dal II secolo a.C., epoca di riferimento per la lapide ritrovata proprio sotto la Basilica e che riporta l’iscrizione: Dominae Isidi Victrici.
Un culto che veniva celebrato in particolare nella data del 12 agosto, con l’accensione delle lampade in onore della dea legata alla fertilità ed alla vittoria della vita sulla morte.
Si pensa che in questa data venisse praticata una processione e che sul sagrato di fronte al Tempio la Dea apparisse scendendo dall’alto. La tradizione della discesa della Madonna dalla Basilica di San Luca sul Colle della Guardia al centro di Bologna ricorderebbe questo culto pagano. Processione e discesa dall’alto corrisponderebbero. Solo un caso?

Dieci misteri su Bologna che in pochi conoscono, dieci suggerimenti per visitare la nostra bella città.
Conoscevate qualcuna di queste storie? Noi vi aspettiamo per raccontarvi altre chicche su Bologna Passo Passo.

Questo articolo è stato ispirato dalla lettura di “Miti e Misteri dell’Emilia Romagna” di Gabriella Chmet e Valentino Bellucci, edito da Editoriale Programma nel 2016.

Author

Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

2 Comments

  1. Bruno Severi Reply

    Complimenti per il sito che riguarda la nostra amata Bologna. Vorrei tuttavia forle notare un errore che la pregherei di correggere. Parlando della CATTEDRA DI PARAPSICOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, essendo io il Direttore Scientifico di tale istituzione, le posso dire che non esiste nessuna cattedra universitaria che faccia riferimento al Centro Studi Parapsicologici di Bologna. Questo è stato un associazione privata che, pur mantenendo lo stesso nome, si è trasformata alcuni anni fa in Centro di Ricerca, sempre senza alcun rapporto con l’Università di Bologna. Le segnalo il nostro sito Internet dove potrà trovare le informazioni sul nostro centro compresa la sua storia: http://www.cspbo.it/

    Cordiali saluti
    Dr. Bruno Severi (Direttore Scientifico del CSP di Bologna)

    • La ringrazio per la precisazione, evidentemente ho riportato un’ informazione errata. Lascio il suo commento a disposizione dei lettori dell’articolo per approfondire la tematica e provvedo alla modifica.
      Grazie, Cordiali saluti

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