Partiamo da Dublino di mattina presto. Direzione costa sud verso il paesino di Dalkey. Con la DART, la metropolitana di superficie che collega tutta la provincia alla capitale, per arrivare a Dalkey ci vogliono 40 minuti.
E’ marzo ed è freddo. Il vento ci taglia la pelle del viso e si infila tra le pieghe del cappotto.
L’Irlanda in inverno è così: poco ospitale, cattiva… ma ugualmente bellissima.
Il panorama è splendido. Tutta la Baia sulla nostra sinistra con le onde del mare che si increspano e le zone abitate sempre più verdeggianti e disperse tra le brughiere.
DALKEY: COSA VEDERE NEL VILLAGGIO A 40 MINUTI DA DUBLINO
Scendiamo a Dalkey e ci troviamo di fronte ad una strada piena di negozi incorniciati da legni colorati.
Un ristorante, una ferramenta, un supermercato e poi l’edicola… qualsiasi attività commerciale necessaria alla popolazione la si trova su Castel St..
Poco più avanti ci appare una antica torre medioevale e la curiosità ci fa aprire la guida.
Dalkey ha origini medioevali ed in passato contava ben sette castelli, dei quali oggi rimane solo un grande bastione. Ok, è quello che abbiamo di fronte.
Leggiamo anche che nel 1600, in piena epoca vichinga, questo era il porto principale della zona di Dublino.
IL PORTICCIOLO DI DALKEY
Decidiamo allora di dirigerci verso il mare per vedere da vicino le acque agitate nelle quali è forse possibile avvistare qualche foca. Ci vuole un po’ di fortuna e oggi non è la giornata ideale.
Il piccolo porticciolo è pieno di barche di pescatori che in estate possono dare un passaggio verso la vicina Dalkey Island. E’ l’isoletta che vediamo di fronte ed è totalmente disabitata, se non per le tante pecore che brucano i suoi verdi prati intorno alla torre rimasta in piedi nonostante le continue intemperie.
IL PRANZO A DALKEY
Torniamo verso il centro per mangiare qualcosa e troviamo una steakhouse caratteristica proprio a fianco della torre medioevale.
Si chiama The Queens e l’atmosfera è divina. All’interno un camino scoppiettante, persone del posto che leggono il giornale serenamente avvolte dalle poltrone in pelle, chi sorseggia una birra scura, chi un whiskey.
Leggendo ancora qualcosa del posto impariamo che il pub da visitare era in realtà un’altro… il Finneghan’s in Sorrento Rd..
Pare che Bono Vox degli U2 sia cliente abituale, essendo residente proprio nelle colline del paese.
Cavolo, abbiamo sbagliato, ci lamentiamo… Ma quando arriva il miglior club sandwich che abbiamo mai mangiato in vita nostra, cambiamo subito idea.
Tanto Bono sarà in America… e addentiamo le mega patatine arrivate come contorno.
LA COLLINA DELLE STAR D’IRLANDA
Finito il pranzo ci incamminiamo verso la collina.
Tanti nomi delle strade qui hanno richiami all’Italia e le ville che ci spuntano davanti sono spettacolari.
Dopotutto la chiamano la Beverly Hills d’Irlanda e viste le terrazze sul mare, le torrette a più piani ed i curatissimi giardini interni non stentiamo a crederlo.
Credo che anche Enya, la cantante, oltre al chitarrista The Edge abbiano scelto di vivere qui… come dar loro torto??
DALKEY NELL’ULYSSE DI JOYCE
Ma Dalkey è anche luogo di storia e letteratura.
Qui ha vissuto per un lungo periodo il poeta Hugh Leonard e perfino George Bernard Shaw. Ce lo ricorda una targa che incrociamo sulla via.
Ma il residente più famoso è stato senza dubbio James Joyce che ha amato a tal punto il paese da ambientarci il primo capitolo del suo capolavoro letterario: l’Ulysse.
Salendo ancora raggiungiamo la sommità per godere a tutto tondo la vista sull’enorme baia di fronte a noi.
Ed ecco in un istante racchiusa tutta la sensazione meravigliosa che l’Irlanda ci sa trasmettere.
Sentiamo il vento che ci spinge verso il vuoto, i gabbiani che volano alti e fieri.
Vediamo il mare che schiuma possente con le nuvole che lo incupiscono più che mai. Chi ama il mare d’inverno lo sa, uno spettacolo di questo tipo non ha concorrenti al mondo.
E davanti a quella distesa d’acqua mi dico che vorrei svegliarmi ogni mattina con quel panorama di fronte al naso. Vorrei poter aprire le finestre per sentirne l’odore…
Mi viene in mente quella frase, letta tempo fa, ed in un lampo ne colgo la veridicità:
Nelle città senza mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio…
Banana Yoshimoto