Situata a pochi minuti fuori dalle mura della città, la Certosa di Bologna è ancora oggi il cimitero principale della città. Quel che la rende unica è però la parte Monumentale, quella storica, che la colloca tra i cimiteri più antichi d’Europa e tra quelli più misteriosi e affascinanti da visitare.
LA CERTOSA MONUMENTALE
La Certosa è poco nota e il turismo comincia a scoprirla da pochi anni come meta da aggiungere alle passeggiate sotto i portici del centro. In realtà il suo fascino non ha nulla da invidiare al ben più noto Père Lachaise di Parigi ed anche i suoi “ospiti” dormienti hanno la fama di quelli parigini.
Qui sono sepolti Giosuè Carducci, il pittore Morandi, Guido Reni e l’editore Nicola Zanichelli, oltre ad altri più recenti come Marco Biagi, Mariele Ventre (del gruppo canoro l’Antoniano), il calciatore Bulgarelli fino al recente scomparso Lucio Dalla.
STRUTTURA
La struttura dell’ex Certosa di San Girolamo, dalla quale prende il nome, venne ritenuta idonea già agli inizi dell’800 come luogo di sepolutra per la sua distanza dalla città e per il buon ricircolo dell’aria.
I ricchi bolognesi costruirono tombe di famiglia sempre più imponenti con ricche statue attribuite a noti scultori del tempo. Questo rese Bologna un vero e proprio museo a cielo aperto da inserire nelle peregrinazioni dei giovani artisti e pensatori dell’epoca: da qui passarono infatti personalità come Stendhal, Byron e Dickens.
La struttura della Certosa è divisa in due parti.
Nell’ala est si trova tutta la zona monumentale, con le tombe più antiche ed i numerosi chiostri risalenti alle epoche neoclassiche e con simbologie legate anche all’Illuminismo.
Nella zona verso Modena invece si trova il cimitero moderno, quello attualmente ancora utilizzato per le sepolture, dal quale soprattutto la sera è ben visibile la Basilica di San Luca.
La parte storicamente più interessante è certamente quella che si dirama alla sinistra della Chiesa interna di San Girolamo.
Da qui iniziano i Chiostri, che richiamano le fattezze dei portici della città, oltre alle Gallerie ed ai campi aperti ricolmi di statue.
SALA DEL PANTHEON
Ristrutturata nel 2007 per volere del Comune, dall’architetto Flavio Favelli, è da sempre un luogo di raccoglimento prima del saluto finale ad un defunto.
Volutamente molto ricca di luce e con un’espressione artistica non predominante per lasciar spazio all’intimità del dolore, è stata spesso utilizzata per cerimonie funerarie laiche. In effetti si tratta propriamente della prima zona, all’interno di un cimitero consacrato, dove era possibile svolgere funzioni non religiose per dare l’addio ai defunti.
GALLERIA DEGLI ANGELI
In stile Neoclassico questa Galleria contiene una delle opere più importanti di tutta la Certosa: il monumento Bisteghi, di Barberi, con l’Angelo della Morte che arriva a prendere l’anima. Un ottimo esempio di connubio tra stile verista e liberty.
LA CERTOSA CRIMINALE: UNA PASSEGGIATA NOTTURNA
Abbiamo avuto modo di visitare la Certosa di Bologna in una visita notturna, dedicata ai misteri e ai delitti di Bologna del passato.
Inutile dire che passeggiare per i chiostri antichi con la luce che cala, è affascinante e conturbante al tempo stesso. La tentazione di allontanarsi dal gruppo per sbirciare tra quelle tombe e quelle sculture è molto forte, ma purtroppo proibito.
La parte più coinvolgente della visita è sicuramente stato il racconto dei delitti avvenuti a Bologna nei due secoli passati, che hanno visto le loro vittime sepolte proprio qui, nel cimitero della Certosa.
“Certosa criminale” è proprio un percorso attraverso la storia della città, tra delitti passionali, truffe e omicidi rimasti irrisolti, che ancora oggi fanno rabbrividire. Specie se raccontati alla luce di una torcia nel bel mezzo del luogo di sepoltura delle sue vittime. Un modo diverso per visitare un luogo già di per se’ ricco di storie personali. Quanti di noi si sono mai chiesti dentro un cimitero, chissà che storie potrebbero raccontare i suoi ospiti?
L’Associazione Culturale Didasco da l’opportunità di scoprirlo e non voglio raccontarvi altro per non rovinarvi la sorpresa e soprattutto togliervi la suspence.
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