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Siamo a Vizzano, minuscolo paese nascosto tra la via Porrettana e le colline di Sasso Marconi.
Lui, il ponte, è davvero caratteristico: spettacolare da fare in auto ma con una storia travagliata alle spalle.

E’ il ponte più stretto che abbia mai percorso… in macchina l’ho passato molte volte… e non ho mai sfregato lo specchietto!
Ohhh yes! Sono una donna e guido benissimo!

VIZZANO PRIMA DEL PONTE

Immaginatevi di essere nella seconda metà del 1800.
Lungo il fiume Reno, all’altezza di Palazzo Rossi, viene costruita una Chiusa, necessaria per convogliare l’acqua verso la Cartiera del Maglio, costruita poco più in là.
(Piccola nota: l’azienda ha chiuso solo pochi anni fa dopo essere stata in servizio per più di 135 anni.)

Con la chiusa il passaggio sul fiume diventa nuovamente possibile per la gioia della popolazione di Vizzano. Le acque sono meno impetuose ed il guado è facile.
Probabilmente già durante il periodo romano un ponte qui c’era… Un collegamento tra la zona di Bononia e quella fiorentina. Le guerre, le piene, le intemperie lo avranno distrutto nel tempo e perciò il passaggio era stato spostato a Sasso Marconi, lasciando questa sponda del fiume isolata.

@sassomarconifoto.it

LA STORIA DI FAUSTINO

Il primo investitore è Fausto Battistini, detto Faustino, nato a Pontecchio Marconi, l’altro paese oltre l’argine. Si compra una barca e inizia a far la spola da una riva all’altra.
I compaesani che vogliono andare verso Vizzano lo svegliano alle prime luci dell’alba, si imbarcano e attendono che lui remi verso est. A fine giornata lo aspettano per essere recuperati verso casa.

Faustino si stanca, ma non smette di lavorare una volta calata la sera: i giovani hanno bisogno di esser portati dalle fidanzate che vivono dall’altra parte!
Meglio però accordarsi… si sceglie un orario comune in cui tutti devono farsi trovare alla partenza del traghetto. Così in una sola remata si torna a casa e Faustino può andare a dormire.

Il problema nasce però per i ragazzi che devono frequentare la scuola.
Agli inizi del 1900 con le continue piene, le intemperie invernali e primaverili, il traghetto di Faustino si ferma per intere settimane.
Si decide così di istituire una scuola nelle “case delle Ganzole”, che ancora oggi danno il nome alla strada che da qui porta verso Pianoro. Pochi anni e le classi sono finalmente spostate a Vizzano.

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L’insegnante è una sola: Antonietta Golinelli. Molto volenterosa ma ricordata anche per la sua bellezza. Sono proprio i racconti degli adulti, che frequentano i suoi corsi serali (il 90% della popolazione del paese era all’epoca analfabeta), a descriverla così.
Antonietta, molto seria ed attenta al bisogno di istruire i più piccoli, decide di promuovere un comitato per la ricostruzione del Ponte di Vizzano. Vuole che i suoi studenti possano continuare gli studi a Pontecchio Marconi, dove l’istruzione è meglio organizzata.

IL PRIMO PONTE DI VIZZANO

Le richieste vengono accolte nel 1926, con la costruzione di un semplice ponte in cemento armato. Due anni dopo, poco prima di essere inaugurato, una violenta piena spazza via i piloni dalla parte di Pontecchio insieme alle speranze dei Vizzanesi di raggiungere velocemente l’altra sponda.

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“Meglio costruirlo a sospensione” ragionò probabilmente qualcuno e il progetto virò verso un ponte in ferro, simile a quello di Brooklyn. Inaugurato nel 1930 resta in servizio per ben 15 anni, togliendo a Faustino, già ultra sessantenne, il lavoro di barcaiolo.

Il ponte di Vizzano è uno dei gravi feriti della Seconda Guerra Mondiale. L’aveva scampata bella per vari bombardamenti ma la mattina del 17 aprile del 45 i tedeschi lo fanno saltare per rallentare l’inseguimento delle truppe alleate.

Il ponte crolla per le mine dei nazifascisti che fanno mollare i tiranti lasciandolo cadere nelle torbide acque sottostanti. Ma il 21 la città è liberata e inizia la lenta ricostruzione.

IL NUOVO PONTE DI VIZZANO

Faustino non può più riprendere a remare: ormai ottantenne si è ritirato dal faticoso lavoro. Viene così sostituito da un certo Albertazzi (sarà mica parente della nostra Giorgia?!) che abita nelle case a pochi metri dal fiume.

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Il ponte viene ricostruito solo nel 49. Utilizzato moltissimo, soprattutto nelle giornate estive, quando i bolognesi cercano sollazzo al famoso lido di Casalecchio. In effetti il “lido” non era altro che l’argine del fiume Reno, in un’ansa fatta da pietre e ciottoli… Ma erano gli anni 50 e non tutti avevano l’auto per andare al mare. Per un po’ di frescura andava benissimo anche il fiume.

Nel 91 viene chiuso per problemi di sicurezza ed instabilità ma, grazie ad una ristrutturazione del 96, oggi è di nuovo carrabile. Diventa la scorciatoia perfetta per chi vuole svalicare per le Ganzole da Casalecchio a Pianoro.
Passandoci sopra vi sembrerà di sentirlo traballare… Il pavimento è in legno e la larghezza (o meglio dire “strettezza”) non aiuta la stabilità. Ma tranquilli, le nuove funi sono fatte di cavi d’acciaio speciale arrivato direttamente dall’Inghilterra!

Io l’ho sempre trovato affascinante… voi che ne pensate?
Chissà Faustino, se lo amava o lo odiava… Me lo immagino fermo di fianco di fianco al fiume, intento ad osservare i lavori di costruzione del Genio Civile non riuscendo a trattenere commenti a voce alta…
Volete sapere che fine ha fatto? Si è goduto la meritata pensione fino all’età di 96 anni!

Ciao Faustino! Quando passerò per il ponte di Vizzano penserò sempre a te!

Author

Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

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