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Bologna è adagiata sulla Pianura Padana, in mezzo a colline rigogliose e con due fiumi principali che le passano accanto. Tanti sono i parchi che spuntano tra le torri e la periferia, oltre a quelli che si trovano sui mitici colli bolognesi, cantati dal buon Cesare Cremonini.

Noi bolognesi abbiamo da sempre il mito dei colli. Salire su una vespa (che qui la fa da padrone per davvero), fare i pochi km che dalle porte salgono verso le prime colline in direzione Toscana e stendersi sull’erba… come si dice da noi, è un attimo!

Dagli anni 70, passando per gli 80 e 90 (avete presente il film Jack Frusciante è uscito dal gruppo?) fino a oggi, tutti i ragazzi si sono sempre trovati sulle colline a passare interi pomeriggi a chiacchierare, a mangiare grigliate e a bere birra a fiumi.

Ma il verde in città si trova anche a portata di mano dal centro, con alcuni angoli che nulla hanno da invidiare alle colline retrostanti. Dei veri e propri polmoni che permettono a tutti i bolognesi di trovare sollazzo durante la stagione estiva e fare passeggiate domenicali nei giorni più soleggiati d’inverno.
Da qualche tempo le iniziative interne ai parchi hanno cominciato a rifiorire, portando di nuovo la gente tra i prati verdi, anche durante le ore serali.

QUALI SONO I PARCHI DI BOLOGNA?

GIARDINI MARGHERITA

Sicuramente il parco più famoso e grande della città.
A ridosso della cinta muraria, tra Porta Castiglione e Porta Santo Stefano, è per tutta Bologna il punto di riferimento cittadino.

Risale al 1879, progettato dall’architetto piemontese Sambuy, che già aveva messo mano ai disegni di altri parchi, tra i quali quello del Valentino a Torino. Un giardino all’inglese, con prati molto grandi e larghi viali asfaltati e alberati all’interno dove è facile passeggiare, andare in bicicletta e perfino pattinare.
Il nome venne scelto come omaggio alla Regina Margherita di Savoia (moglie di Umberto I) che proprio l’anno precedente aveva fatto visita alla città.

Sin dalla sua apertura, tra tutti i parchi, è diventato il preferito di tutti i bolognesi.
All’interno si svolgono numerose manifestazioni, c’è un locale molto frequentato sul laghetto centrale e un altro, da poco riaperto, nella zona che in passato era adibita alla coltivazione in serra. Le Serre, appunto, sono oggi un luogo di ritrovo serale perfetto per mangiare qualcosa di veloce e ascoltare musica dal vivo.

VILLA GHIGI

Sulle primissime colline sopra porta San Mamolo (ma esiste o non esiste porta San Mamolo?) si apre una meravigliosa tenuta appartenuta sin dal 600 ai conti Malvezzi, poi passata nelle mani della famiglia dell’avvocato Ghigi, un ravennate, sino al passaggio al Comune di Bologna a partire dal 1975.

La villa, oggi inagibile, fu abitata da uno dei figli dell’avvocato, Alessandro Ghigi, che qui visse fino alla morte nel 1970. La sua vocazione per la natura e per la custodia della fauna portò i parchi attorno ad essere ampiamente curati. Voliere di colombi e fagiani esotici in quanto Ghigi diventò anche professore di Zoologia all’Università di Bologna.
Oggi è uno dei più rigogliosi della città, ed è curao dalla Fondazione di Villa Ghigi che si occupa di educazione ambientale e divulgazione naturalistica.

VILLA SPADA

Il parco di oltre 6 ettari che circonda questa bellissima villa settecentesca è stato aperto al pubblico solo negli anni 60, dopo l’acquisizione del Comune di Bologna,
Si sviluppa verso il colle del Santuario della Madonna di San Luca con alcuni scorci meravigliosi che danno sul centro storico di Bologna.

Uno dei punti più famosi è il Curvone, dal quale si accede al parco su per via di Casaglia, da tempi immemori luogo di ritrovo dei giovani del quartiere Saragozza.

Villa Spada, costruita per volere della famiglia Zambeccari, nota a Bologna nel 700, oggi ospita un museo della Tappezzeria ed è circondata da un bellissimo giardino all’italiana.
Per accedere al parco è sufficiente percorrere via Saragozza e, poco prima dell’arco del Meloncello, entrare dagli ampi cancelli sulla sinistra.

MONTAGNOLA

Ormai da pochi bolognesi utilizzato come luogo da passeggiate, la Montagnola nacque con l’intento di portare uno spazio verde all’interno delle mura della città.

Nonostante la sua grandiosa nascita (si dice anche per volere dello stesso Napoleone che passando per la città decise di eleggere questo tra tutti i parchi per darle un’impronta francese) oggi è luogo dato allo spaccio e alle frequentazioni ambigue. (Se avete visto Striscia la notizia è proprio qui dentro che degli spacciatori hanno aggredito Brumotti).

Bellissimi gli accessi: quello da via Irnerio, con il monumento ai caduti dell’VIII agosto, proprio di fronte all’omonima piazza e, dall’altra parte, la bellissima scalinata del Pincio, da poco ristrutturata.
Per ridare valore a questo luogo si sta da tempo cercando di organizzare sempre più eventi al suo interno, nel tentativo di restituire la Montagnola alla sua Bologna. Di fatto, ci sono ancora molte remore e parecchi pregiudizi, nemmeno troppo infondati, su questo parco cittadino.

PARCO CAVAIONI

Eccoci a parlare finalmente del parco che più di tutti rappresenta l’anima “dei regaz” di Bologna.

Parco Cavaioni, a pochi km dai viali cittadini è il luogo preferito per le grigliate, le domeniche in balotta e le serate romantiche.
Pubblico dagli anni 60, prende il nome dai cavajàn, i covoni di fieno che prima della destinazione ad uso pubblico era raccolto in questi prati.

Sulla via di Casaglia, che si percorre per arrivare qui da via Saragozza, si trova una delle Osterie fuori porta più antiche e caratteristiche di Bologna: Il Nonno. Luogo perfetto per gustare salumi e crescentine e bere del buon lambrusco della casa.

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Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

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