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Per chiunque si trovi in Irlanda del Nord, la visita di un giorno a Derry è certamente da consigliare. Città di confine tra i due Stati, si trova costruita sul fiume Foyle ed ha una storia tragicamente nota.

Diventata città simbolo dei tumulti irlandesi tra Nazionalisti e Unionisti, chiamati comunemente “Troubles“, ha conosciuto numerosi atti di guerriglia tra gli anni 60 e la fine degli anni 90.
Oggi queste battaglie paiono essere sedate, anche se le ragioni dello scontro non hanno mai trovato una vera e propria soluzione.

LA STORIA DEI CONFLITTI IRLANDESI

Foto di adriano7492 da Pixabay

Non voglio addentrarmi qui nei dettagli storici, che vi invito comunque a conoscere in pagine come questa, ma la questione principale riguardava la volontà di un gruppo di irlandesi repubblicani di scacciare la presenza della corona britannica in Irlanda del Nord e di riappropriarsi dei territori dell’Ulster.

Questo gruppo, nominato IRA (Irish Republican Army), già esisteva dall’epoca della guerra d’Indipendenza irlandese del 1920 e si caratterizzava per la non accettazione della presenza inglese in territorio irlandese. Una faida iniziata quindi molti decenni prima che dagli anni 70 si concretizzò in episodi violenti di protesta che scatenarono una vera guerra civile.

IL BLOODY SUNDAY IRLANDESE DEL 1972

Nel 1972 avvenne il tragico evento del Bloody Sunday (proprio quello che citano gli U2 in “Sunday Bloody Sunday“). I militari britannici spararono ad una folla di manifestanti per i diritti civili, uccidendone 14 e ferendone altrettanti.

Dopo attente ricerche venne stabilito che nessun membro della folla fosse armato e quindi venne affermato che la sparatoria fu ingiustificata. Nonostante ciò il governo britannico non condannò l’azione ed anzi diede una medaglia d’onore al comandante dell’operazione. Questo causò il culmine delle lotte intestine alla città tra lealisti alla corona britannica, per la maggioranza protestanti, ed cattolici nazionalisti, fervi sostenitori dell’allontanamento del governo britannico dall’isola irlandese.

L’IRA, il gruppo armato nazionalista, lottò dagli anni 70 fino alla fine degli anni 90, compiendo vari attentati sia ai siti economici che nelle zone rurali. La finalità era sempre la stessa: colpire i britannici e i loro sostenitori.

DERRY O LONDONDERRY?

Lo stesso nome della città, Derry o Londonderry, si collega a questo. Il primo, nome storico irlandese, ed il secondo, nato per volere del governo britannico.
Ancora oggi si notano scritte con London cancellato, in particolare per le vie che portano alla città spesso vicino al confine dove si raggruppano i sostenitori dell’indipendenza irlandese.

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SITUAZIONE ATTUALE: DERRY E’ UNA CITTA’ SICURA?

Oggi gli scontri si sono quietati, i nazionalisti si sono arresi alla dominazione britannica e gli attacchi veri e propri sono stati sedati.
Il cessate il fuoco venne dichiarato nel 1994 ma di fatto non venne rispettato fino alla sottoscrizione dell’Accordo del Venerdì Santo stipulato dal primo ministro inglese (che all’epoca era Blair) con quello irlandese nel 1998. Con questo trattato si stabilì che il governo dell’Irlanda del Nord dovesse essere composto in parti proporzionali ai risultati elettorali sia dei partiti repubblicani/cattolici che di quelli nazionalisti/protestanti.

Da fine degli anni 90 furono davvero pochi gli episodi di violenza che si verificarono e tutti riconducibili a gruppi minori non collegati all’IRA.
Molti sono però i segni rimasti. I principali riguardano i graffiti che ricoprono la città e che sono il simbolo di questa guerra intestina che caratterizzò l’Ulster nell’ultimo cinquantennio.

Girando per Derry noterete anche molte camionette di polizia in tenuta da guerra. Qui certamente l’attenzione è ancora alta da parte delle forze dell’ordine e controlli vengono continuamente effettuati intorno alle mura cittadine.

VISITA A DERRY: UN GIORNO TRA LE MURA DELLA CITTA’

Nel complesso la città è molto gradevole. Circondata da una cinta muraria, fatta erigere nel 1600, è un esempio di città pianificata, ossia nata da un progetto che la voleva più rappresentativa possibile dell’architettura londinese. Per questo motivo è nettamente diversa da tutte le città o paesi che ho visitato lungo l’on the road lungo la Wild Atlantic Way.

COSA FARE E COSA VEDERE A DERRY

  • La cattedrale di Santa Columba, chiesa anglicana post riforma, e Cattedrale cattolica di San Eugenio.
  • Le mura della città con una passeggiata al tramonto: tutti i bastioni che circondano Derry presentano un sentiero alla sommità che permette di fare praticamente il giro completo. Attenzione agli orari, di notte molti cancelli vengono chiusi.
  • Free Derry Coronel: muro con la scritta simbolo delle lotte dell’IRA e del Bloody Sunday
  • The Peace Bridge: il ponte moderno che attraversa il grande fiume Foyle, simbolo della nuova pace ristabilita in città al termine dei conflitti

IL TOUR DEI MURALES DI DERRY

Esiste una mappa per scovare tutti gli splendidi murales che appaiono in città. Noi non abbiamo avuto il tempo di vederli tutti, ma se vi interessa questa è la lista che avremmo seguito fornita da Irlandando.

Foto di fsHH da Pixabay

DERRY: UN’ATMOSFERA BRITISH

Già dalle prime ore a Derry ho notato che l’atteggiamento delle persone comincia a differenziarsi rispetto alle abitudini irlandesi.
I pub sono presenti ma non in maniera massiccia come a Dublino. Ci sono più locali notturni, molti ristoranti alla moda e scarseggiano i bar dalla musica tradizionale.

La Guinness nonostante tutto non manca!
Ce la servono per la prima volta con il classico trifoglio. Sono pochi i barman capaci di farlo, l’abbiamo imparato visitando la Guinness Storehouse a Dublino, ed è stato strano trovarlo in un territorio di fatto non irlandese.

Pensavo di no, ma la differenza tra irlandesi del sud e del nord si nota, decisamente!
Qui sono tutti molto più british e ce ne accorgeremo ancora di più nei prossimi giorni a Belfast!

Author

Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

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