Cookie policy

Ho amato molto Granada.
Per qualche motivo, che non ho ben inquadrato, credo sia la più bella città che ho visitato in Andalusia.

Qui, più che in altre parti, si respira la vera aria moresca che ti aspetti da questa parte meridionale della Spagna.
A dire a verità la principale ragione del mio innamoramento è stata lei: l’Alahambra.

Troneggiante sulla collina semitriangolare della città, con la sua figura a forma di nave e la prua che punta dritta verso il centro, si trova in uno dei suoi quartieri più antichi: l’Albayzin. Stradine strette e salite quasi perpendicolari l’hanno portato ad essere dichiarato patrimonio Unesco dal 1984. Insieme ad esso il celebre palazzo e i giardini che lo fiancheggiano.

ALAHAMBRA: LA FORTEZZA ROSSA

Il poeta Ibn Al-jatib narrò che la fortezza venne nominata “la Rossa” (dall’arabo al-Hambra) a causa della luce che illumina la cittadella durante la sua costruzione. Il bagliore delle fiaccole assumeva, sulle pareti bianche del palazzo, delle note ambrate. Ciò avveniva soprattutto la notte, quando erano tutte accese affinché i lavori non si bloccassero.

Potrà non restare neppure l’ombra di queste mura, ma il loro ricordo sarà sempre imperituro, unico rifugio del sogno dell’Arte. E allora, l’ultimo usignolo che aliterà sul mondo, costruirà il suo nido e intonerà i suoi canti, come un addio, fra le gloriose rovine dell’Alahambra.
F. Villaespesa di Almerìa.

La Struttura dell’Alahambra

Il grande complesso è formato da quattro parti principali:

  • i Giardini del Generalife
  • il Palacio de Carlos V
  • i Palacios Nazaries
  • l’Alcazaba

Lungo oltre 700 mt e largo quasi 200, per un totale di 13 ettari, è circondato da oltre 2 km di mura e 30 torri, alcune delle quali oggi sono quasi scomparse.

Alcazaba

Fu il primo edificio ad essere costruito, presente nella zona già dal IX sec. e residenza del Signore di Arjona.
I suoi successori cominciarono a erigervi intorno palazzi, residenze, giardini e bagni (importantissimi per l’architettura islamica) fino a creare una vera e propria cittadella destinata all’aristocrazia. Ad oggi viene ritenuto il più grande e importante esempio di comunità organizzata, tra quelle islamiche d’occidente.

L’Alcazaba era la zona militare: dall’alto è ancora possibile notare due cinte murarie e la torre della Vela, alta più di 27 metri. Le costruzioni posteriori erano stanze abitabili, mentre la parte sottostante, in basso ad ovest, era il baluardo dove l’artiglieria sorvegliava i movimenti che avvenivano in città. Questa sua posizione così prominente su Granada fa pensare che nell’antichità si temessero più gli attacchi diretti del popolo piuttosto che da parte di nemici esterni.

La vista sulla città è dominante: dall’antico quartiere sottostante al santuario di San Michele sul monte; poi la moderna Granada e la Sierra Nevada, con i suoi spruzzi bianchi. Quelli sulle cime sono le nevi perenni, mentre quelli sui pendii sono i pueblos blancos, i piccoli paesi rurali delle montagne caratterizzati dalle casette tutte dipinte di bianco.

Palacios Nazarios

I Palacios Nazarios sono la parte più modificata dal tempo e dalle continue ristrutturazioni, in gran parte volute dai re cristiani. Così tante che ad oggi è impossibile ricostruire dove si trovasse l’antica entrata principale.

La funzione principale era di tipo amministrativo: qui il Consiglio prendeva decisioni politiche e giudiziarie, spesso sotto la sorveglianza nascosta del Sultano.
Nel cuore dei vari edifici combinati si trovavano però anche le stanze private. Non si trattava di un vero e proprio harem, come possiamo intenderlo oggi, in quanto esso era sede di parecchie attività diplomatiche. La più famosa è il Patio dei Leoni, il vero nucleo della casa. E’ quasi certo che chiunque di voi abbia visto almeno una fotografia della fontana centrale.

Tanta è la bellezza di questa porzione, che ve ne parlerò in un post dedicato.

Palazzo di Carlo V

Il palazzo di Carlo V è sicuramente la struttura più discutibile dell’intero complesso.
Da turista posso dire che non attrae molto. Colpa della sua sobrietà interna e dello stile più tipicamente italiano e romanico rispetto al decoratissimo stile moresco di tutto il resto. Dovendo scegliere meglio soffermarsi più sui palacios adiacenti…

La pianta è quadrata e il costruttore, Pedro Manchuca, fu studente delle scuole italiane di Raffaello e Michelangelo. L’aspetto rinascimentale è infatti ben visibile ma risulta completamente fuori luogo se comparato al resto dell’Alahambra.
Fu in ogni caso un luogo molto importante, un vero simbolo per i Re Cattolici di Spagna. Qui costruirono perfino una cripta funeraria, a riprova del fatto che consideravano Granada un punto cruciale per il loro regno. Il palazzo conobbe il momento di massimo splendore durante il viaggio di nozze dell’Imperatore Carlo V, che qui soggiornò con la neo sposa Isabella. Era il 1526 e da quel momento il palazzo prese il suo nome.

Nonostante le critiche è opportuno ricordare che è proprio grazie a questo edificio che oggi l’Alahambra non è solo una semplice testimonianza archeologica di una cultura sconfitta, ma una parte del grande patrimonio della Corona Spagnola da custodire come un tesoro.

PRIMA DI PARTIRE DEVI SAPERE CHE…

E’ opportuno ricordare che questo complesso è probabilmente il più visitato di tutta la Spagna.
Per questo motivo l’entrata e la permanenza al suo interno sono subordinate ad una serie di regole, che è meglio conoscere, prima di avventurarsi alla sua scoperta.

  1. Il biglietto va acquistato con largo anticipo.
    E’ possibile farlo direttamente on line oppure informarsi presso agenzie, enti del turismo o alberghi della città. Non aspettatevi di poter prenotare un giorno per l’altro, non troverete sicuramente posto. Soprattutto nei mesi estivi.
  2. La visita richiede una sicura mezza giornata. L’entrata è suddivisa in due orari: uno mattutino ed uno pomeridiano. Se avete acquistato un biglietto per la seconda parte della giornata sarà dunque impossibile accedere prima delle 14.00 del pomeriggio.
  3. La visita ai Palacios Nazarios è possibile solamente nell’arco di tempo indicato sul biglietto d’ingresso.
    Vi verrà data possibilità di scegliere un orario, io vi consiglio sempre il pomeriggio dopo le 17: il caldo ed il sole sono meno pressanti e le fotografie godono di una luce particolarmente suggestiva.
    Vi consiglio anche di presentarvi per tempo, al fine di non perdere il vostro turno di entrata. Verrete controllati da metal detector e per questo motivo le file diventano abbastanza lunghe.Tenetene conto nell’organizzare la visita.
  4. Nell’Alahambra si cammina tanto.
    Armatevi di bottigliette di acqua, in quanto all’interno non troverete molti punti di ristoro. Gli unici si concentrano intorno al Palazzo di Carlo V, poco prima dell’entrata ai Palacios Nazarios e all’Alcazaba.
  5. La visita del complesso comprende anche il Generalife, l’insieme dei meravigliosi giardini ad est dei palazzi. Il giro dura almeno tre ore, nonostante siate liberi di soffermarvi o affrettarvi a piacere. Se scegliete di visitare i Palacios Nazaries a tardo pomeriggio avete tutto il tempo di goderveli a pieno (in caso contrario dovrete fare un po’ di conti… ma vi sconsiglio di fare avanti e indietro tra Alahambra e Giardini…).

INFORMAZIONI UTILI SULL’ ALAHAMBRA:

A questo link trovate informazioni su costi e indirizzi per l’acquisto dei biglietti: https://www.alhambradegranada.org/it/info/bigliettialhambra.asp

Qui invece alcune indicazioni sugli itinerari da percorrere durante la visita: https://www.alhambradegranada.org/en/info/alhambravisitorganization.asp

Author

Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

Scrivi un commentoAnnulla risposta

Exit mobile version